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SCELTI PER VOI: Ti darò il sole

lunedì 29 gennaio 2018




“Lei emana luce. Io emano buio.
(RITRATTO, AUTORITRATTO: Gemelli. La Luminosa e l’Oscuro).

La lista dei libri folgoranti non può essere lunghissima, perché quella postazione si guadagna difficilmente. Sono tanti i libri belli, ma solo alcuni oltrepassano la membrana delle emozioni più profonde, dopodiché germinano e diventano una parte della vita stessa, come le esperienze che lasciano traccia.
Io ti darò il sole, per me, è uno di questi.

Sono i ragazzi a narrare in prima persona, i due fratelli adolescenti. I fatti si mescolano agli stati d’animo in conflitto. La fatica ad affermarsi si somma agli sforzi per evitare i bulli surfisti e le fastidiose vespa-girl, a farsi accettare dai genitori che come sempre “non capiscono”. Un figlio non dovrebbe sentirsi un ombrello rotto, ma fa parte del passaggio di iniziazione anche quello. I ruoli che assumono i protagonisti, che paiono netti, sono in realtà ancora molto indefiniti e possono anche ribaltarsi. 

L’adolescenza è il periodo più artistico dell’anima, quando per plasmarsi e potersi finalmente riconoscere davanti a uno specchio, si cambiano mille volte le carte in tavola, si comincia poi si butta tutto all’aria per ricominciare ancora, finché non emerge quell’io autentico, che era tanto difficile da scovare.

La storia narrata da Jandy Nelson ha indubbiamente una meta, è addirittura un giallo per certi aspetti, ma è così succoso il cammino per raggiungerla che non viene voglia di arrivare in fretta al traguardo.
La narrazione compie balzi temporali e anche la prospettiva muta, altalenando il punto di vista tra i due protagonisti: Noah e Jude, i due gemelli. Quindi il racconto procede a due voci e pure distaccate negli anni: i tredici anni di Noah e i sedici anni di Jude, finché il tempo non li ricongiunge. Una lettura difficile o impegnativa? Nemmeno un istante.

L’istante appunto è il tempo che pare assorbire il lettore. I personaggi condividono in un modo così intenso le proprie emozioni, che il tempo si fonde continuamente nell’istante più importante. Ogni momento, scelta e passo che compiono i due ragazzi, sono attimi essenziali della rispettiva crescita e consapevolezza. La storia infatti si svolge dai tredici ai sedici anni dei protagonisti, età fumosa per eccellenza, figuriamoci con in mezzo un evento che li stravolge.

La turbolenza che scuote tutti i personaggi parte dagli adulti, che sono delle figure in secondo piano ma le loro scelte, e gli eventi che generano, trascinano tutti in un baratro e carica di fardelli i due fratelli che, da sempre affiatati, finiscono per negarsi, snaturarsi, fino a non riconoscersi più. 

Segreti e verità distorte si srotolano lungo le pagine ma quello che conta è ogni momento vissuto, denso, riportato con abilità cinematografica quasi, come se il lettore lo potesse davvero sperimentare. Le emozioni provate da Jude o da Noah, lasciano un segno, uno sguardo privilegiato nella loro intimità. Sono personaggi intensi, come vorrei incontrare in ogni libro, li potevo scorgere nitidamente mentre leggevo.

Ho apprezzato molto lo stile vivace dell’autrice, cinematografico appunto, brillante, sicuro. La parola “calzante” è anche visione: potrei dire di aver visto questo libro e non di averlo letto. 

C’è uno stretto legame nella trama e nei protagonisti con il mondo dell’arte e della creatività e aggiunge fascino all’insieme. Il talento è parte della storia, ognuno ha il proprio, anche se non sempre è evidente. Disegni, quadri e schizzi sono un po’ ovunque nella vita dei personaggi, soprattutto ci sono delle furiose pennellate in aria e nei loro stati d’animo. Noah è un artista, a tutto tondo, pensa attraverso quadri immaginari, esprime se stesso attraverso il flusso creativo continuo. Jude plasma la materia, in principio crea con la sabbia, di cui ama l’effimera durata, poi prova con la creta, vorrebbe plasmare una sfuggevole verità, ma è la creazione con la pietra, attraverso la polvere, la furia e la spaccatura, che libera se stessa e chi si ama. 

In effetti, questo è un libro con molte crepe, nei cuori. Guillelmo, lo scultore, burbero e misterioso, ritiene che una crepa, come un errore dell’esecuzione, a volte sia la soluzione per trovare la strada giusta, per far uscire nel modo migliore quela figura che vuole liberarsi dalla pietra, una sorta di nascita e redenzione insieme. E in questa storia accade anche alle persone.

Di Noah ho amato i taccuini, gli schizzi rubati, ma ancora di più i titoli che attribuisce ai quadri immaginari che raffigurano le emozioni che prova: brillanti, evocativi e spassosi. Il suo mondo fantastico è contagioso e affascinante. Allo stesso modo è amabile l’assurda presenza dei fantasmi che seguono e perseguitano Jude. Gli espedienti riparatori che lei mette in pratica non riescono a proteggerla dalla vita cui si sottrae. Sono preziose gemme che abbelliscono la storia di formazione dei due fratelli, allontanati dagli equivoci, dagli eventi tragici e dalla difficoltà di definire la propria personalità. Prima di potersi riavvicinare, devono ritrovare loro stessi.

Un libro intenso perché ricco di emozioni.

Nella storia ci sono amori grandissimi, travolgenti. Non flirt o semplici attrazioni ma vere folgorazioni. Perché è l’amore passionale e inevitabile che sbaraglia e trascina tutto e tutti. Ma c’è anche sofferenza, odio e rabbia, a volte violenta, ci sono tanti tipi di tradimento, ci sono segreti che cambiano il corso degli eventi, distruggono e sicuramente non proteggono nessuno. Ci sono incontri casuali e coincidenze…o forse non lo sono. 

Ci sono crescite personali importanti e belle, bellissime. 

C’è la consapevolezza di se stessi che rasserena persino l’orizzonte. 

E poi il libro finisce…ed è un gran peccato!

Informazioni tecniche

Titolo: Ti darò il sole
Autore: Jandy Nelson
Traduttore: L. Celi
Editore: Rizzoli
Codice: EAN 978-8817087407
Formato: 22x14 cm, copertina rigida
Pagine: 485
Prezzo indicativo: € 17,50
Età di Lettura: da 13 anni





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