Slider

I libri scritti dalle donne. La protesta silenziosa

venerdì 19 maggio 2017

Pareti di carta bianca, la libreria ruota i libri firmati dagli uomini.
Il personale della libreria Loganberry Books di Shaker Heights (Ohio, USA) ha pensato di girare la copertina di tutti i libri scritti dagli uomini, lasciando in posizione corretta solo i volumi firmati dalle donne. L'effetto visivo è un colpo all'occhio. Tra gli scaffali della libreria prevale un solo colore: il bianco, leggermente ingiallito, delle pagine. Qua e là una piccola zona colorata interrompe la monotonia cromatica, sono le copertine dei libri scritti dalle donne. Un esperimento per dimostrare quanto sia stato, ed è ancora oggi, difficile per le scrittrici trovare editori disposti a pubblicare i loro libri. Un gender gap nella letteratura già denunciato dalla scrittrice statunitense Catherine Nichols, che nel 2015 inviò alcune pagine del suo nuovo romanzo a 50 agenti. 
La prima volta si firmò con il suo vero nome, ricevendo indietro solo due richieste di manoscritti completi, la seconda volta utilizzò uno pseudonimo maschile e le risposte degli editori furono 17. 
"Il problema non era il mio romanzo, il problema ero io", commentò Catherine.
Riflettiamo.



Fonte:di Marisa Labanca
Video: Loganberry Books

THE BOOK PATH: Twenty most inspiring quotes from children’s books


SCELTI PER VOI: Mio fratello rincorre i dinosauri

giovedì 18 maggio 2017


Cominciamo proprio da lì: dalla piazzola del parcheggio, uno spazio scelto, che sospende il tempo e consente di fare l’annuncio che merita tutta l’attenzione della famiglia. Per il narratore, Giacomo, si tratta di un momento memorabile: finalmente arriverà un fratellino! Rimetterà in equilibrio l’asse che pendeva verso la fazione femminile di casa: mamma e due sorelle. Quale gioia!
Stessa piazzola qualche tempo dopo. Altro annuncio importante: il fratellino sarà speciale. Per Giacomo, cinque anni, vuol dire solo una cosa: super eroe!

La storia ha per protagonisti due fratelli e la loro famiglia, non sono personaggi di carta ma reali quanto il lettore. Molti già li conoscono, perché hanno apprezzato il video che sul canale youtube ha preceduto il libro, e per chi l’avesse perso, questo è il link.
Giacomo e Giovanni si imprimeranno così anche nel vostro cuore. Anche l’idea di scriverne un libro, parte da qui, e Giacomo inizia dal principio, seguito dal tutor e autore Fabio Geda (Nel mare ci sono i coccodrilli, la saga Berlin). Racconta come cominciò da subito a fantasticare sul fratellino, di cui sceglie anche il nome: Giovanni, e la parola speciale lo trasforma nel bambino-ghepardo, così forte da correre sempre in suo soccorso, un fratello con i super poteri!
Accade però che qualche dubbio si insinua tra le fessure delle eroiche fantasie. “Più passavano i giorni più la mia mente arricchiva la parola speciale di sfumature, ciascuna corredata da un unico, pungente dubbio: perché diavolo sarebbe nato così?”. Giacomo inizia una sorta di indagine, ha compreso che avrà un fratello diverso ma perché? Nulla ancora scalfisce l’alone del super eroe.
“Certe volte viene da pensare che è quasi meglio non aprirli, i pacchetti. Che è meglio continuare a sognarci sopra. Ma non funziona così”. 
Il pacchetto si apre, nasce Giovanni e tutti sono gioiosi nell’esporsi a questo mistero, perché Giovanni lo è, misterioso.
“Da dove arriva?” è la domanda spontanea di Giacomo, che non si riconosce in quel visino. “Non è di questo pianeta. È evidente”. Sono gli occhi, prima di tutto, “cinesi o venusiani”. La sua affermazione strappa un sorriso e rivela anche lo sgomento.
Quando infine Giacomo scopre che la diversità di Giovanni dipende dalla sindrome di Down, prova una confusa delusione. Ha solo cinque anni. Il fratello non sarà un super-eroe ma un bambino che avrà tempi di apprendimento diversi, avrà qualche difficoltà in più. Praticamente è l’opposto delle sue prime fantasie. Nel sereno contesto familiare e finché i fratellini interagiscono giocando, in cui si evidenzia solo qualche “stranezza”, non c’è da parte di Giacomo alcun tipo di problema. Più tardi, con la preadolescenza, condizione naturalmente complessa, scatterà il rifiuto e il conseguente senso di colpa, logorante. Mancano ancora gli strumenti adatti. “Consapevoli” si diventa solo crescendo. Giacomo, come i suoi coetanei, cerca le risposte alle mille domande sulla vita, su chi si è davvero. Solo a un certo punto si può accettare anche il fatto che, di risposte valide, se ne troveranno solo alcune. Il padre suggerisce la prospettiva migliore: 
“Il punto, Giacomo, è che Giovanni è Giovanni. Non la sua
sindrome. Lui è sé stesso”. Quindi “non è la sindrome che occupa i nostri pensieri, ma Giovanni”. 
Non vuol dire che sia semplice, ma è la giusta messa a fuoco.
Giovanni, con la sua frizzante carica di simpatia ed energia, viene raccontato in modo autentico, divertente e anche imbarazzante, per le stranezze che fa, le paure che ha. Giacomo sperimenta un disagio, anche questo autentico.
Gli aneddoti, i ricordi, anche le sensazioni più forti, come il panico, sono pervasi di freschezza e di scanzonata ironia.
Il lettore accompagna Giacomo nel travagliato percorso interiore, ed è un bellissimo cammino. L’adolescente (e questo anche generalizzando) è piantato sul granitico “equilibrio che si basa sul non chiedere e sul non sapere”, è terrorizzato del giudizio altrui, dell’emarginazione, resta imbrigliato al fisiologico egocentrismo che impedisce l’apertura al mondo. L’epifania per Giacomo avviene quando comprende che: 
“nessuno istillava la paura del giudizio nel mio cuore, ero io a nutrirla”.
Giovanni è di nuovo un super eroe, perché la vita con lui è “un continuo viaggio tra gli opposti, tra divertimento e logoramento, azione e riflessione, imprevedibilità e prevedibilità, ingenuità e genialità, ordine e disordine”. Una grande ricchezza.
“La diversità fa parte della vita, e abbiamo tutti qualche sindrome”.

L’ironia e l’autoironia, si sa, aiutano a mantenere la leggerezza necessaria per superare anche le difficoltà.
Ho amato questo libro, il taglio intimo e spontaneo, autentico, che spicca fin dalla prima pagina. La lettura è piacevole, divertente perché l’ironia è amabile, onesta, c’è un sorriso velato che non abbandona mai, perché è una storia molto bella e molto vera.
Per Piccoli lettori Crescono,

Informazioni tecniche
Titolo: Mio fratello rincorre i dinosauri.
Autore: Giacomo Mazzariol.
Tutor: Fabio Geda.
Editore: Einaudi.
Codice: EAN 9788806229528
Formato: 22,5x14cm. copertina flessibile.
Pagine: 176
Prezzo indicativo: € 16,50
Età di Lettura: dai 11 anni

THE BOOK PATH: The Wonderful Wizard of Oz in quotes

martedì 16 maggio 2017


SCELTI PER VOI: I nostri cuori chimici

Le recensioni che potrete trovare in rete su questo romanzo sono molte, interessanti e competenti. 
Quindi perché scriverne un’altra? Quella che segue non sarà una recensione, ma un’intervista di Livia A (che sta per “Livia Ancora Adolescente”) a Livia B (ossia “Livia Bacucca Bigotta”). Altro non serve sapere, se non che è il modo più vero per descrivere questo romanzo, dal mio punto di vista. O dovrei dire “dai miei”.
Se volete lasciarmi i recapiti di un buon analista nei commenti, fate pure.

 
Livia A: I nostri cuori chimici è bello, davvero, bello, Non trovi? Appassionato, sincero…
Livia B: sincero? Mah. Adesso dicono tutti così, ma tu che ne sai? Anche se il libro fosse del tutto o parzialmente autobiografico, come fai a sapere che la Sutherland non ti ha raccontato bugie? Tutti presuntuosi voi adolescenti.
Livia A: senti bacucca, perché un libro sia sincero non deve per forza essere un diario scritto da un autore attaccato a un poligrafo della CIA. E se mente, cioè se dà una versione manipolata della realtà, si capisce a qualunque età; non è che dai 12 ai 17 anni viviamo su Marte eh. Non sempre almeno.
Livia B: in effetti gli scambi di messaggini erano abbastanza realistici…
Livia A: bah, con quell’uso perfetto di ortografia, punteggiatura e maiuscole che nemmeno tra professori dell’Accademia della Crusca, erano realistici come le foto dei Saccottini traboccanti cioccolata che vedi sulle confezioni di merendine. Per realtà intendo un’altra cosa: personaggi mostrati con i loro lati oscuri, e non solo quelli affascinanti: le pigrizie, i difetti, le ipocrisie, i dubbi, la voglia di migliorare o l’apatia di crogiolarsi negli loro sbagli troppo a lungo…
Livia B: bah. A te i genitori del protagonista sembravano reali o sputati fuori da una puntata di “Casa Keaton”?
Livia A: se hai letto il libro fino alla fine, avrai certamente capito che quella perfezione patinata è ipocrisia pura e semplice. Praticamente lo dicono, mentre nei telefilm degli anni Ottanta non succedeva. Ti sbattevano in faccia il modello inarrivabile e cavoli tuoi se non lo raggiungevi. Lo fanno anche in molti libri. In questo no, per fortuna.
Livia B: se lo dici tu... Comunque l’ipocrisia è un’altra cosa, un giorno forse capirai…
Livia A [alza gli occhi al cielo]
Livia B: piuttosto: la sorella ex teppista che diventa madre single perfetta e neuroscienziata… Ti pare credibile?
Livia A: la gente cambia, ti pare impossibile? Tu sei la stessa che eri a 14 anni? Uno a zero per me. Però in effetti… ok, si capisce che è messa lì per lo spiegone finale sulla chimica dei sentimenti. È peccato che in un’opera si vedano le tracce delle impalcature, ma poca gente le nota. Sai cosa mi ha dato più fastidio, piuttosto? La dichiarazione di guerra agli stereotipi. Cioè, va bene farla, ma non metterla in bocca ai protagonisti quattro o cinque volte nel corso del libro. Ce ne accorgiamo da soli che la fai quando il protagonista si innamora di una tizia che non si pettina, non si lava, veste da maschio e cammina col bastone. Più antiprincipessa di così nemmeno Fiona di Shrek. Poteva bastare.
Livia B: oh brava! E poi tutti quegli adolescenti che bevono e si ubriacano senza conseguenze? Ma ti pare educativo?
Livia A: è una storia! Chi se ne frega se è educativa!? E basta con questi libri che ci devono insegnare a fare l’adolescente modello che vive solo nella testa degli adulti!
Livia B: ok, ma almeno non dare il cattivo esempio. Voglio dire… Vuoi che bevano come spugne? Ok, ma fai vedere le conseguenze. Hai già un ragazzo che muore in un incidente, fai vedere che LUI aveva bevuto.
Livia A: alla faccia del libro onesto. Che nervi!
Livia B: perché? Cosa c’è che non va? Guidare ubriachi causa incidenti.
Livia A: sempre? Nel 100% dei casi?
Livia B: no, ma…
Livia A: ma allora lo capisci che se in ogni film, in ogni libro, in ogni storia in cui un adolescente beve, poi ci metti per forza la punizione mortale o il coma etilico… L’unica cosa che muore davvero è la realtà?
Livia B: allora non farli bere. Non è necessario che bevano, ho un sacco di amici adolescenti-che-non-bevono
Livia A: [alza gli occhi al cielo]
Livia B: e poi, senti cosa scrive: “Mi piace l’idea che quando moriamo, nonostante qualsiasi dolore, paura o imbarazzo abbiamo sofferto in vita, nonostante ogni strazio e tristezza, finiamo di nuovo dispersi nel nulla. Sapere che alla fine sarò tabula rasa mi fa sentire coraggiosa”. Ti pare roba da dire agli adolescenti?
Livia A: [alza gli occhi al cielo]. Certo che nooo, cosa ne sanno i giovani di dolori, paure, sofferenze e imbarazzo? A parte il fatto che li mangiano a colazione, spuntino, pranzo, merenda, cena e spuntino di mezzanotte.
Livia B: [sospira]. Forse è vero.
Livia A: e la morte? Cosa ne sanno i giovani della morte? Che senso ha farli riflettere sulla morte? Avranno tempo per farlo all’ospizio.
Livia B: [alza gli occhi al cielo] Ho capito, serve a dare coraggio nell’affrontare ogni situazione. Livia A: giusto.
Livia B: Spinge a essere se stessi.
Livia A: esatto. Vedi che alla fine i libri diventano meglio dell’alcool? L’ami? Diglielo. Hai bisogno di vivere più che di studiare? Vivi.
Livia B: Vuoi fare il serial killer? Il cecchino? L’ecomafioso? Lo spacciatore di metanfetamine? Accomodati.
Livia A: [alza gli occhi al cielo]
Livia B: ammettilo, uno a uno.
Livia A: ma tu ammetti che ti è piaciuto. Mica c’erano solo dolore e morte. La complicità incondizionata che nasce solo a scuola, i regali significativi…
Livia B: Ricky Martin Knupps e Ricky Martin Knupps II… Però non è bello che abbiano preso così poco sul serio il funerale di un pesce…
Livia A: [alza gli occhi al cielo] Le citazioni di Neruda…
Livia B:… e di Harry Potter …
Livia A: … e di Breaking Bad…
Livia B: ma in quel telefilm si drogano! Finisci a fare il tifo per uno spacciatore!
Livia A: [alza gli occhi al cielo] Ma poi uno spacciatore muore. L’altro si pente. Ti fa sentire più tranquilla, vero?
Livia B: In effetti…
Livia A: Pat pat. Però hai tifato per loro. Gente “sbagliata” secondo i tuoi criteri. È questo che fanno le storie super! Stravolgono!!! No, va bene, dai, non piangere. Andiamo a vedere un cartone della Disney, di quelli vecchi… Gli Aristogatti? Cenerentola?
Livia B: SOB.
Livia A: Ti sembra troppo trasgressivo Masha e Orso?



Per Piccoli Lettori Crescono, 
Livia Rocchi

Titolo: I nostri cuori chimici
Autore: Krystal Sutherland
Traduttore: Cristina Proto
Editore: Rizzoli
ISBN: 978 88 17 09054 4
Pagine: 335
Età: 15+
Uscita: novembre 2016
Prezzo indicativo: € 17

THE BOOK PATH: The Wonderful Wizard of Oz by L. Frank Baum


SCELTI PER VOI: Siamo partiti cantando. Etty Hillesum, un treno, dieci canzoni

lunedì 15 maggio 2017

Siamo partiti cantando. Etty Hillesum, un treno, dieci canzoni.
Riscrivere i diari di Etty Hillesum per un pubblico di giovani lettori sarebbe potuta essere un’impresa quantomeno rischiosa, se non addirittura fallimentare per ragioni di diversa natura, non ultima quella dell’età di Etty al momento della stesura dei suoi diari. Era una donna quasi trentenne, nel fiore di un età che si era andata conquistando, in modo assolutamente non convenzionale per quei tempi, e lontana anni luce dai tempi attuali dei nostri lettori e quindi per questo con scarso potere di immedesimazione da parte loro.
Eppure Matteo Corradini, scrittore per ragazzi, studioso di ebraistica e non da ultimo curatore della versione più recente del Diario di Anne Frank, lo fa con una maestria e con un rispetto filologico del pensiero e in alcuni casi anche delle singole parole di Etty Hillesum, davvero straordinario.
Non era possibile infatti, riscrivere semplicemente adattando, se così si può dire, le pagine intensissime dei diari di Etty Hillesum, che vanno dal marzo del 1941 fino ad agosto del 1943, se non dando vita a trasmigrazione poetica.
Così Matteo Corradini sceglie di immaginare, di trovare una chiave attraverso la quale poter entrare e far entrare a sua volta il lettore nella vita straordinaria eppure ordinaria di questa giovane donna ebrea olandese.
Sì, straordinaria e ordinaria, perché in realtà Etty Hillesum, non ha compiuto gesta platealmente eroiche, non aveva una vita in prima linea nella resistenza contro i nazisti, non ha salvato un solo ebreo dalla deportazione, non ha salvato neppure se stessa. Era un’insegnante di russo, lingua che aveva imparato ad amare, grazie alla madre, russa ebrea, e per mezzo della quale lavorava, dando lezioni private e insegnando nell’Università Popolare di Amsterdam. Fino a quando lentamente e con una “banalità del male” sconcertante, le leggi razziali cominciano a stritolare, chiudendo in un vortice sempre più oppressivo, le vite dei moltissimi ebrei olandesi di Amsterdam, tra i quali Etty Hillesum.
È anche per questa ragione che, su suggerimento di Julius Spier, che nei diari compare con S., uno psico-chirologo, verso il quale nutrirà un amore profondissimo, e una grande stima e ammirazione, inizierà a tenere un diario.
Ed è qui che entra in gioco la dimensione straordinaria di Etty Hillesum: le pagine bianche dei suoi diari diventano infatti il terreno fertile per mettere a dimora e far crescere germogli-pensieri di intensissimi colori, sulla natura dell’essere donna, sulla percezione della sua dimensione corporea, sulla fragilità e sulla potenza del suo sentimento nei confronti di J. Spier, sulla ricerca del senso della sua scrittura, sulla ricerca di un Dio che non diventa mai una stereotipata adesione all’ortodossia, ma una ricerca intima, profonda, intensa, personale. Tutto questo come controcanto alla devastazione cui gli ebrei olandesi stavano andando incontro.
Etty non si arrenderà mai all’odio cieco, non troverà mai dentro di sé la motivazione sufficiente a inoculare il germe della violenza come risposta alla violenza, ma cercherà sempre, nella dimensione di un intimo silenzio, la capacità di trovare, anche nel dolore e nell’annichilimento, la forza per continuare a vedere crescere in lei il baluginio di una forza vitale, che la porterà a fare scelte ben precise, anche se contestatissime persino dai suoi conoscenti. Prima di finire definitivamente nel campo di prigionia di Westerbork e da lì poi verso Auschwitz, il consiglio ebraico di Amsterdam, in virtù dei suoi lavori compiuti presso il consiglio stesso, le aveva offerto una via di fuga, che lei rifiutò ostinatamente, scegliendo di seguire fino in fondo la sua famiglia e il suo popolo, accogliendo il dolore di molti e accompagnando ciascuno per mano.
Matteo Corradini prende tutta questa immane ricchezza e complessità e ne fa qualcosa che ci fa amare Etty Hillesum, se possibile, ancora più profondamente, come se attraverso le sue visioni poetiche, noi avessimo la possibilità di vedere con maggiore intensità nell’intimo di questa giovane e straordinaria donna.
A partire dal titolo, Siamo partiti cantando, che da l’avvio a tutto l’impianto narrativo, e che sono nella realtà le ultime parole scritte da Etty Hillesum, lasciate andare da una feritoia del treno che la stava portando con la sua famiglia ad Auschwtiz, dove troverà la morte pochi mesi dopo. 
La cartolina, destinata a una amica, scivola via nell’aria mossa dal treno, sopra c’è scritto “siamo partiti cantando, non preoccupatevi per noi…”.
Il libro viene così diviso in dieci canzoni, un preludio e una preghiera finale, a proseguire idealmente con Etty il suo ultimo viaggio e a cercare in esso le canzoni memoria che restituiscano il senso della sua esistenza. Non sono propriamente canzoni, ma vogliono esserlo nella misura in cui rappresentano il modo in cui Etty Hillesum ha voluto tradurre il senso del suo ultimo percorso. Le canzoni hanno tuttavia una strofa e un ritornello, fatto a volte anche di silenzio, e contengono momenti importanti della vita di Etty Hillesum, ricordi che, come piccole gemme, spuntano dalle sue pagine. C’è così la canzone dell’albero, in cui strofa e ritornello, diventano stanza della memoria di una Etty bambina cui piace salire sugli alberi per vedere se davvero si può toccare il cielo; e poi ancora c’è la Canzone bella e stupida che è stanza della memoria per una Etty giovane e innamorata e passionale e appassionata della vita, fin dentro le fibre del corpo, ma anche memoria di donne che sono state prima di lei; c’è la canzone del mare che è elemento profondo e misterioso, che ci sommerge dentro, di suoni e maree, e che diventa il modo per raccontare l’amore di Etty per la musica e per il fratello musicista. La melodia di ciascuna canzone risuona nell’altra, come se non ci fosse separazione ma osmosi, sia nelle immagini prodotte dalle parole, sia nei ricordi che fluiscono e a volte ritornano, come fossero armonia di sottofondo.
Un lavoro che davvero rende testimonianza autentica della vita di Etty Hillesum, lavoro amplificato inoltre dalle illustrazioni di Vittoria Facchini, che diventano, nella tessitura dell’opera letteraria, il contrappunto, inteso in senso musicale, delle parole: sono infatti l’eco profondo e nuovo di ciò che le parole non dicono, sono visioni che contemplano la dimensione della complessità, attraverso la scelta della tecnica mista di matite e collage, di segni-pensieri-disegni che traducono alla perfezione, in gesti istintuali e potenti, quella natura così particolare e intima dell’andamento nelle pagine dei diari.
Alcune cose mi hanno colpito delle illustrazioni, queste due più di altre: in ogni spazio-pagina, trovate un personaggio inginocchiato, sempre, in tutte, spesso con una visione laterale, tranne che nell’ultima, dove le due figure sono in piedi e frontali.
Questo stare inginocchiati è, nei diari di Etty Hillesum, una pratica che lei aveva appreso e messo in opera, non in modo convenzionale, ma come una forma che le aveva consentito un rannicchiarsi sempre più dentro di sé, a dare casa, custodia a quel senso del divino che sentiva crescere in proporzione al male che le dilagava intorno. Non è quindi mai segno di sottomissione, di paura.
Nell’ultima illustrazione la figura inginocchiata non c’è più e lascia il posto a una Etty, con la sua camicia bianca, quella aveva portato con sé a Westerbork nella speranza di poterla indossare di nuovo, una camicia che ora la ricopre tutta, la avvolge, in una speranza, che trae segno e forza da quel gesto di saluto eppure così simile a un gesto di lotta, effige di una vittoria che come in uno specchio, dato dall’ovale che la incornicia, sta lì a dirci: io sono voi e la mia vita è in voi.
Accanto a lei un compagno-bambino di quelli che troviamo disseminati in tutte le illustrazioni, con la divisa a righe, ma che ora invece di stare inginocchiato, sta diritto, aggrappato a una stella, che sembra portarlo oltre il limite immaginario del fondo pagina. Sulla stella in tedesco c’è scritto hineinhorchen, in ascolto, ancora e sempre di quelle voci che sono testimonianze vive del nostro divenire umani.
Da ultimo, ma non per importanza, di questo libro, non si può non apprezzare la vesta grafica, che questa giovane casa editrice, rueBallu, ha scelto di dare ai suoi libri, con una carta spessa e porosa, che rende onore alle illustrazioni, soprattutto nella restituzione dei tratti così vividi dei colori delle matite, e con una chiusura del libro, attraverso un cordino elastico, che ci dice che i loro libri, diventano libri intimi di ciascuno, perché quando finiscono possiamo chiuderli e custodirci dentro il nostro leggerci dentro attraverso di loro.
Per questa cura così attenta e preziosa RueBallu lo scorso anno ha vinto il Premio Andersen come Miglior Progetto Editoriale, con grande merito.
Per Piccoli Lettori Crescono,
 
Informazioni tecniche
Titolo: Siamo partiti cantando. Etty Hillesum, un treno, dieci canzoni
Autore: Matteo Corradini
Illustratrice: Vittoria Facchini
Collana: Jeunesse ottopiù
Editore: rueBallu
Codice: EAN 978-88-6892-58
Formato: cartaceo 21x15 cm
Pagine: 127
Prezzo indicativo: € 20,00
Età di Lettura: (+10)

CHI: Beatrix Potter, una donna rivoluzionaria


L'importanza della fiaba non edulcorata

Viviamo in una realtà difficile, i bambini sono spesso spettatori anche inconsapevoli di telegiornali, edizioni speciali, immagini cruente che i media propongono di continuo.
Molte sono le domande che i bambini fanno e che noi stessi ci poniamo.
Dopo ogni atto di terrorismo, per esempio, ci si chiede: “Come spiegare gli attentati ai bambini”. 
Spiegare realtà difficili ai bambini è diventato un problema da quando le favole sono state edulcorate. Le favole con la trama e il finale "originale" non vengono più lette perché “sono troppo difficili”. Questo non fornisce ai bambini "la chiave per capire", l'elaborazione simbolica della paura perché i grandi, per primi, hanno paura della loro paura e sono infinitamente più fragili. Il problema non è la cronaca o una soluzione-medicina all'indomani di ogni fatto di cronaca, ma un immaginario indebolito da ri-fortificare.
Dietro la fragilità dei bambini c'è quella di un mondo incapace di offrire una sponda al problema del male: l'infinita fragilità di adulti, voraci consumatori di falsi miti di massa e di ogni genere di impostura, oggi, in aggiornata versione fake news, ma, si direbbe, incapaci di sguardo sulla realtà, come testimoniano continui episodi, ultimo dei quali la vicenda del bambino morto di otite. La questione non è nuova. L'ambientalista Ed Ayres spiega che: "...Un modello generale di comportamento tra le società umane è quello di diventare, via via che s'indeboliscono, più cieche alla crisi, anziché più attente".  E tuttavia, nel tempo, questa difficoltà a incontrare il reale, evidente in tutti gli ambiti delle nostre vite e della nostra società, paradossalmente si manifesta in campo educativo, a scuola, in famiglia, e ovunque vi siano bambini, in una calcificata resistenza nei confronti della finzione letteraria e del suo potere catartico, ove la letteratura non si configuri esclusivamente come attività di intrattenimento, ma diventi pratica di ricerca di senso.
Sono le fiabe, in particolare, a essere le prime vittime di questa ostile diffidenza.
Dopo qualche migliaio di anni, la più perfetta fra le finzioni, il più celebre degli incipit: "C'era una volta..." garanzia di distanza, e quindi di elaborazione simbolica, fra realtà del presente e passato della fiaba, non convince più.
Una ipotesi potrebbe essere che essendo gli adulti sempre più incapaci di distinguere fra realtà e finzione, individuino nella finzione letteraria, che obbliga il lettore a sospendere temporaneamente la propria incredulità, un potenziale innesco a traumi e comportamenti devianti, temendo che la fiaba funzioni da miccia a paure incontrollate e dannose alla crescita, come se i bambini apprendessero dell'esistenza della paura dalle fiabe e non la sperimentassero in prima persona nella propria esperienza quotidiana. 
Bisogna preparare un posto inerte, come le pagine di un libro. Bisogna usare anche il teatro, la recita come un’apparecchiatura spaziale e temporale che permette di far sorgere la storia, la realtà, le varie figure che la compongono. I bambini possono mettere in moto la storia e capire.
I bambini oggi ascoltano poche favole, le favole non sono più favole della tradizione perché queste sono favole che fanno paura e non possono essere raccontate ai bambini. Si può far vedere il male attraverso la società dello spettacolo ed escludere invece la catarsi della favola che sempre porta il lieto fine. 

Sarebbe necessario un ritorno dei bambini a favole che sono l’espressione di un’esperienza che conduce attraverso la vita della favola alla vita possibile futura di un bambino che diventerà adulto.
Jeanne-Marie Leprince de Beaumont, La Bella e la Bestia. Illustrazioni di Angela Barrett, Eleanor Vere Boyle, Walter Crane
Già i Fratelli Grimm, a stare ai loro carteggi, si lamentavano del problema, osservando che il perbenismo dei lettori li costringeva a sistematiche ripuliture dei testi orali raccolti durante il loro lavoro di ricerca. E in effetti le loro Fiabe o Märchen, come le leggiamo oggi, sono il risultato di ben sei edizioni nelle quali si procedette a successive riscritture per adeguarle al gusto del pubblico borghese, disturbato dal perturbante delle narrazioni popolari.
Raccolte importanti a cui si dovrebbe attingere per letture ai bambini, prima ancora che ad adulti, senza timori e incertezze, poiché, come spiegano psicologi, antropologi, evoluzionisti, pediatri, educatori, la razza umana, adulti e bambini, da sempre hanno bisogno di sperimentare la paura, e la narrazione è uno dei sistemi più antichi ed efficaci perché questo avvenga, a livello simbolico, senza incorrere in pericoli reali.
Molto prima dei moderni studi antropologici, peraltro, nell'antica Grecia, filosofi e pensatori, a proposito di Poesia e Tragedia, interpretavano lo straordinario potere della finzione letteraria come catarsi. Ciò che avveniva durante la lettura di versi o sul palcoscenico induceva il pubblico a purificarsi, elaborando in profondità dilemmi etici, e vivendo intensamente come spettatori vicende che a tutt'oggi, nei teatri antichi di Siracusa, Taormina, Segesta, Epidauro, muovono le nostre
Bisogna tornare a  mettere al centro dell'azione scenica i bambini come ascoltatori di fiabe, spettatori, ma dentro il corpo stesso della fiaba, nel suo pericolo, attivamente impegnati a ricrearla con l'immaginazione, seguendo la narrazione orale e l'andamento sonoro della vicenda.
Per origine, storia e natura le fiabe si prestano più di ogni altro genere letterario a rielaborazioni, metamorfosi, riscritture attraverso i medium più diversi: dal teatro al cinema, al fumetto, alla poesia, all'illustrazione, alla danza, alla musica. Questa estrema duttilità è una grande risorsa dal punto di vista educativo, poiché permette di proporre ai bambini una quantità di varianti e di linguaggi che diventano ottimi strumenti di ri-narrazione e indagine. Il linguaggio in cui si sceglie di raccontare una fiaba, infatti, determina la forma stessa della narrazione portando, ogni volta, a galla delle vicende aspetti che in altre versioni rimangono impliciti, nascosti.
La fiaba di Pollicino di Perrault ha numerosi punti di contatto con quella di Hänsel e Gretel dei Grimm, in particolare nella parte iniziale che procede identica: la decisione dei genitori di abbandonare i figli a causa della miseria, l'abbandono nel bosco, lo stratagemma dei sassolini bianchi per ritrovare la strada di casa, e poi quello, fallimentare delle briciole mangiate dagli uccelli, che decreta lo smarrimento dei bambini e il pericolo di essere mangiati nel primo caso dalla strega, nel secondo dall'orco.
Se in Pollicino, infatti, sono le doti straordinarie del più piccolo dei fratelli e apparentemente incapace, a salvare gli altri, inetti, qui il lieto fine è sancito dalla collaborazione dei due bambini, ugualmente impegnati nel salvarsi reciprocamente la vita. 
Sottolinea questo significato anche Bruno Bettelheim che in Il mondo incantato dà una lettura di grande interesse di Hänsel e Gretel, in cui l'accento è posto sulla necessità dei bambini di affrontare il bosco per crescere, conquistare l'autonomia, liberandosi, attraverso il pericolo corso e superato, dalla tendenza regressiva a rifugiarsi nella casa e nel supporto dei genitori.
Fra il 1970 e il 1972, uno fra i più grandi illustratori del Novecento, Maurice Sendak realizzò una serie di illustrazioni per una selezione delle fiabe dei Grimm, edite poi nel 1973 da Farrar, Straus and Giroux con il titolo The JuniperTree. Per avvicinarsi alle storie e al loro immaginario, Sendak fece un lungo viaggio in Europa e in Germania, e un'accurata ricerca sugli stilemi della pittura tedesca, in particolare su Dürer. Quando il libro uscì, ci furono parecchie critiche riguardo al modo che aveva scelto per rappresentarle. Piuttosto contrariato, l'autore spiegò che più che “rappresentare” la storia, aveva voluto puntare al suo lato oscuro, sotterraneo: a quello, cioè, che la storia non dice, o meglio, dice nascostamente. Di queste fiabe gli interessava «cogliere il momento in cui la tensione fra storia ed emozione è perfetta, così che il lettore leggendo, possa sorprendersi, pensando che si tratta 'semplicemente' di una favola.» Ai molti che giudicarono queste immagini claustrofobiche, cupe, poche adatte ai bambini (che peraltro hanno sempre amato follemente il lavoro di Sendak come dimostra la fortuna dei suoi libri in tutto il mondo) affermò:
 «Credo che i bambini intuiscano il significato profondo di ogni cosa. Sono solo gli adulti che per la maggior parte del tempo leggono la superficie. Sto generalizzando, naturalmente, ma le mie illustrazioni non sorprendono i bambini. Loro sanno cosa c’è in queste storie. Sanno che matrigna significa madre, e che il suffisso -igna è lì per evitare che gli adulti si spaventino. I bambini sanno che ci sono madri che abbandonano i loro bambini, emotivamente, non letteralmente. Talvolta vivono con questa realtà. Non mentono a se stessi. E vorrebbero sopravvivere, se questo accade. Il mio obiettivo è non mentire loro.»
Sendak aveva ragione, naturalmente. 
Oggi sappiamo che l'ingresso della matrigna nella fiaba di Hänsel e Gretel, si dovette ai malumori del pubblico ottocentesco che nella madre della fiaba, attiva promotrice nell'abbandono dei figli, videro compromessa e infangata la figura materna, che invece si pretendeva intatta, nella sua tradizionale funzione di accudente angelo del focolare. 
Per questo le parole di Sendak risultano tanto più veritiere, lucide.
Non mentire ai bambini significa anzitutto per gli adulti non mentire a se stessi, recuperare la possibilità di confrontarsi con la realtà, saperla leggere, incontrarla. Magari proprio a cominciare dalla finzione letteraria, dalle fiabe che come scrive Italo Calvino nella prefazione alla sua raccolta:"Le fiabe sono vere ...."





  • Some credits research from: doppiozero
  • Giugno, 2017

Le fiabe sono più antiche di quanto pensiamo

 
Le fiabe che raccontiamo oggi – comprese quelle dei cartoni animati – sono molto più antiche di quanto fino a oggi si è creduto. Alcune, anche di quelle famosissime, sono narrate da migliaia e migliaia di anni, molto prima che la scrittura potesse tramandarle. Altre risalgono a tempi in cui le lingue che usiamo oggi non si erano ancora formate.
Una ricerca accademica – pubblicata sul Royal Society Open Journal e firmata dall’antropologo Jamshid Tehrani dell’università di Durham, nel Regno Unito, e dalla studiosa di folklore Sara Graça da Silva, dell’Università di Lisbona – ha messo a confronto 275 fiabe provenienti da tutto il mondo e ne ha tracciato gli schemi ricorrenti nelle varie lingue e culture. Scrivono gli autori: «Abbiamo mostrato che queste tradizioni orali probabilmente ebbero origine molto prima della scrittura, e abbiamo provato che una fiaba in particolare può essere rintracciata fino all’Età del Bronzo», che si situa tra il 3500 e il 1200 a.C. Tehrani e da Silva hanno utilizzato il metodo filogenetico, normalmente utilizzato in biologia, hanno cioè seguito il ramificarsi nelle lingue dei vari tipi di fiaba, così come sono elencati e categorizzati nell’indice di Aarne-Thompson-Uther, il sistema di classificazione delle fiabe pubblicato per la prima volta nel 1910 e aggiornato nel 2004. Lo studio rappresenta contemporaneamente una conferma e una confutazione delle teorie dei fratelli Grimm, Jakob e Wilhelm, che all’inizio dell’Ottocento raccolsero le fiabe della tradizione tedesca in Fiabe del focolare (Kinder-und Hausmärchen, 1812-1822) e Saghe germaniche (Deutsche Sagen, 1816-1818), libri considerati fondamentali per l’emergere del movimento romantico per l’enfasi sulla cultura nordica che nel secolo successivo sarebbe stato fatto proprio dal nazionalsocialismo. La studio dimostra – come volevano i Grimm – l’origine orale delle fiabe, e più in generale il fatto che la cultura, anche la nostra, ha radici che affondano in epoche di cui si è persa ogni traccia e ricordo. Ma lo studio confuta anche, una volta per tutte, l’idea che esistano tradizioni nazionali e, quindi, che le culture possano essere recintate nei confini degli Stati o delle lingue. Alcune fiabe dei Grimm, infatti, erano già presenti in Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile (1634), nei Racconti di mamma Oca di Charles Perrault (Contes de ma mère l’Oye, 1697), o riprendevano temi e schemi già apparsi nelle Mille e una notte, in Esopo e Fedro, o addirittura nei miti greci e latini. Le fiabe sono gli schemi-base di ogni racconto e precedono ogni storia. Non è un caso che inizino con c’era una volta.
In Italia il lavoro maggiore di raccolta e censimento delle fiabe è quello fatto da Italo Calvino in Fiabe italiane, pubblicato da Einaudi nel 1956, e oggi da Mondadori negli Oscar e nei Meridiani. Per seguire il passaggio dall’oralità alla letteratura, va citato Racconti di orchi, di fate e di streghe che Mario Lavagetto ha curato sempre per la collana dei Meridiani.
 
Da: ilpost.it
Gennaio 22º, 2016

 

SCELTI PER VOI: La cità dei libri sognanti

domenica 14 maggio 2017


"...Qui comincia la storia. Racconta come sono entrato in possesso del Libro sanguinoso e come ho incontrato l'unza. Non è una storia per tipi dalla pelle sensibile e dai nervi deboli: a chi si ritrovasse in queste condizioni suggerisco di rimettere il volume sullo scaffale e di svignarsela con la cosa tra le gambe nel reparto dei libri per fanciulli."
“Se ancora siete convinti che i libri siano innocui, ben presto vi ricrederete. Questa è la storia di un luogo in cui leggere è ancora un'avventura. Un luogo dove, a leggere, si rischia d'impazzire. Dove i libri possono ferire, avvelenare e perfino uccidere. Solo chi, pur di leggere, sia veramente disposto a correre simili rischi, solo chi sia pronto a giocarsi la pelle pur di conoscere la mia storia, mi segua e volti la pagina"... 
L'ammonimento di Ildefonso de' Sventramitis la dice lunga su questo romanzo ambientato a Zamonia.
In un'avventura tra il poliziesco e il fantasy, il famoso dinosauro poeta Ildefonso ci conduce in un viaggio alla volta di Librandia, una città che ha l'aspetto di un'immensa biblioteca popolata da mostri e libri viventi, per risolvere il mistero del manoscritto perfetto lasciatogli in eredità dal suo padrino. La leggendaria città è piena zeppa di pericoli, mostri feroci e libri dotati di vita propria. Qui incontreremo l'alter ego zamonico di Lovecraft, ma anche di Shakespeare, Edgar Alian Poe, Oscar Wilde, Honoré de Balzac e Goethe...
Ogni volta che si termina di leggere un libro di Moers si pensa che sia il suo capolavoro. Colpa della sua inesauribile fantasia, delle atmosfere che sa creare, dei personaggi perfettamente delineati, dei mondi impossibili che descrive, delle vicende avventurose che tesse come una ragnatela, tenendoci attaccati alle sue trame, divorati dal libro stesso che invece vorremmo divorare.
Un libro indimenticabile che è ricerca di sé stessi in un viaggio immaginario nella città dei libri, il paese dei balocchi dei lettori appassionati. 
Un tributo alla letteratura, al libro, allo scrittore. 
È il libro dei libri, dove il i libri sono i veri protagonisti: libri di tutti i generi letterari, non solo quelli conosciuti, perché a Zamonia, dove tutto è possibile, esistono generi impensabili e forse impossibili nel nostro mondo. 
Smisuratamente piacevole per chiunque non riesca a stare un giorno senza un libro in mano, per venire trascinati in un caleidoscopio di luoghi e personaggi di cui non si vorrebbe mai vedere l’ultima pagina...

Per Piccoli Lettori Crescono, 


Titolo: La città dei libri sognanti
Autore: Walter Moers
Editore: Salani
Collana: Fuori Collana
ISBN-13: 978-8867154463
Formato: Brossura
Pagine: 507 pagine
Età: 10 +
Prezzo circa: € 10,00

THE BOOK PATH: Charlie and the chocolate factory quotes

sabato 13 maggio 2017



THE BOOK PATH: Charlie and the Chocolate Factory by Roald Dahl


THE BOOK PATH: Most beloved Roald Dahl Characters


✍ La Vetrina del Mese ~ MAGGIO ~ Le ultime sui libri per bambini e ragazzi



Bentornati piccoli e grandi amici lettori! Iniziamo il mese di maggio con una veloce carrellata di albi illustrati e narrativa per bambini e ragazzi scelti dalla nostra redazione
Buone letture a tutti!

Per ordine alfabetico:

Broccoli Boy

Rory Rooney è preparato a sopravvivere a ogni eventualità: dalle angherie di Tommy-Lee, il bullo della scuola, al più improbabile attacco di un ippopotamo gigante. Finché non accade qualcosa di imprevedibile: durante una gita scolastica diventa verde dalla testa ai piedi, verde come un alieno, un broccolo o addirittura...un SUPEREROE. Purtroppo anche il bullo Tommy-Lee subisce la stessa trasformazione. Riusciranno i due ragazzi a diventare una vera coppia di SUPEREROI?

Autore: Frank Cottrell Boyce

Editore:Il Castoro

Collana:Il Castoro bambini

Pagine: 320

Formato: rilegato

EAN:9788869661617

Età:11-13 anni

Prezzo:€ 14,50

Come un pesce fuor d’acqua
A volte è difficile essere coraggiosi, a volte hai quella sensazione, a volte non sei pronto... finché un bel giorno, lo sei. Prima delle gare di corsa, prima del compleanno di Antoniette, prima della Festa in Maschera Sottomarina, Alfie prova quella sensazione… Riuscirà a vestirsi da Capitano Stella Marina o questa volta troverà un modo diverso per superare la timidezza? Un tenero albo illustrato che racconta la storia di Alfie e delle cose che puoi confidare solo e soltanto alle pareti della tua cameretta.

Autore:Davina Bell

Editore:Mondadori

Collana:Leggere le figure

Pagine:32

Formato: rilegato

EAN:9788804673064

Età: 3-5 anni

Prezzo:€ 15,00

D’Artagnan

Alzi la mano chi non ha mai sentito ripetere questo motto, magari nel bel mezzo di un film d'avventura o di un cartone animato con protagonisti un gruppo di amici armati di spada e agghindati con un capello di piume in testa. Ma quanti sanno chi è stato il primo a pronunciare questo motto? Il modo più divertente per scoprirlo è leggere tutto d'un fiato la storia raccontata in questo libro. È la vicenda di tre spadaccini provetti al servizio del re di Francia, che per ritrovare i gioielli e l'onore della loro regina s'imbarcano in una missione piena di trappole, inganni, colpi di scena, tradimenti, che trascinano i lettori col cuore in gola tra città, castelli, campagne e osterie da Parigi all'Inghilterra di quattro secoli fa. Anche di loro tre avrete di certo sentito parlare: sono Athos, Porthos e Aramis. Più ancora di loro, però, avrete sentito nominare D'Artagnan, che come scoprirete in queste pagine è il vero eroe della brigata, pur essendo il più giovane e l'ultimo arrivato.

Autore: Alexandre Dumas

Editore:Donzelli

Collana:Album di Fiabe e storie

Pagine:80

Formato: rilegato

Illustratori: Christel Espie

EAN:9788868435790

Età:6-10 anni

Prezzo:€ 24,00

La sirenetta

La celebre fiaba di Hans Christian Andersen splendidamente illustrata e raccontata da Michelangelo Rossato in occasione dei 180 anni dalla prima pubblicazione. Questa nuova versione, pur rimanendo fedele all’originale, fa emergere l’estremo coraggio, nobiltà e determinazione della protagonista, non solo romantica e malinconica.

Autore: Michelangelo Rossato

Editore: Arka

Collana:Perle Classiche

Pagine: 60

EAN:9788880722441

Età: 3-5 anni

Prezzo:€ 16,00

La famiglia Ridens

Vi è mai capitato di pensare che alcune persone sembrino un po’ volpi? Gufi? Maiali? O… Iene? Be’, potreste scoprire che lo sono davvero! Proprio come Fred e Amelia Ridens, e i loro figli Betty e Bobby. La famiglia Ridens vive in una graziosa villetta a Teddington, il papà scrive barzellette, la mamma è una stilista di buffi cappelli e i figli frequentano la scuola elementare del quartiere. Eppure, se li osservi bene noterai che sono un po’ più pelosetti del normale, hanno grandi orecchie, e non fanno altro che ridere. Certo non è facile mantenere un segreto così! Soprattutto quando un viaggio al Safari Park locale, risveglia ricordi lontani…

Autore:Julian Clary

Editore:Il Castoro

Collana:Il Castoro bambini

Pagine:272

Formato: rilegato, Illustrato

Illustratori:David Roberts

EAN:9788869661600

Età: 6-10 anni

Prezzo:€ 13,50

MAMMUT!

Se anche voi siete certi di aver visto andare in giro dei Mammut, diventerete facilmente amici del piccolo Teo. Un bambino come tanti e, proprio come tanti, molto speciale. Che ha dei genitori troppo preoccupati per lui, ma anche una tata pelosa che non dimenticherà di lasciare aperta qualche porta per renderlo libero di vivere le sue avventure, tra mammut, conigli dai denti a sciabola, kraggak selvaggi e druvidi che vogliono baciarlo…

Autore: Melvin, Stefan Boonen

Editore: Sinnos

Collana:Leggimi!

Pagine:112

Formato: brossura, Illustrato

Lingua:Italiano

EAN:9788876093470

Età: 3-5 anni

Prezzo:€ 12,00

# Nella rete


Un avvincente romanzo giallo per ragazzi dove il mondo della Rete e dei videogiochi online fa da sfondo a un mistero da risolvere, alla richiesta d'aiuto di un hacker misterioso e a un rapimento di un bambino… Tre ragazzi sapranno affrontare le loro paure e una donna pazza di dolore che da vittima diventa carnefice. C’è da stare svegli ragazzi!

Autore: Georgia Manzi

Editore: Pelledoca Editore

Collana: Neroinchiostro

ISBN-10: 8832790009

ISBN-13: 9788832790009

144 pagine

Età: dai 9 anni

Prezzo:€ 15,00

Non chiudere gli occhi

In paese, una sera di primavera, quando la scuola sta per finire, compaiono una donna e un uomo misteriosi. Nessuno sa dove abitino, da dove vengano e cosa siano venuti a fare. Hanno un aspetto inquietante ed escono solo di notte: lei davanti, lui dietro, a una decina di passi.Quando improvvisamente scompare un bambino, il paese intero è sconvolto e l’opinione pubblica è convinta che in qualche modo la strana coppia abbia a che fare con la sparizione. Ma Giuseppe non è di questa idea e prosegue le indagini per conto proprio, con l’amico Mario, scoprendo una verità ben più tragica.

Autore: Francesco Formaggi

Editore: Pelledoca Editore

Collana: Neroinchiostro

EAN: 9788832790023

ISBN: 8832790025

Pagine: 208

Età: dai 12 anni

Prezzo: € 16,00

Piccole Donne

Ci sono storie belle da leggere e da ascoltare. Così belle che nel tempo sono diventate dei classici! E visto che non è mai troppo presto per apprezzare racconti tanto affascinanti, il nostro consiglio è quello di iniziare presto: ecco perché questi libri sono pensati per i più piccoli, per avvicinarli piano piano ai grandi romanzi della letteratura.

Meg è saggia e gentile. Jo è intelligente e irruenta. Beth è dolce e timida. La piccola Amy invece è creativa e un po' vanitosa. Tra grandi sogni, piccoli litigi e qualche batticuore, le sorelle March cercano di vivere con allegria ogni giorno, anche il più difficile. In attesa che il papà faccia ritorno dalla guerra...

Autore: Louisa May Alcott

Editore: Giunti KIDS

Collana: I miei primi classici

Curatore: Isabella Paglia

Illustratore: Belloni,Valentina

ISBN - EAN: 9788809841819

Pagine: 64

Età: dai 7 anni

Prezzo: € 8,90 circa

Storie della buonanotte per bambine ribelli

Avremmo preferito che il titolo fosse: Storie della buona notte per BAMBINI ribelli ( entrambi i genieri riuniti) e in parte concordiamo con la video recensione di Michela Murgia ma vogliamo salvare la grafica splendida, il formato da grande libro di fiabe e soprattutto il messaggio e l'idea che sta alla base del libro:"Alle bambine ribelli di tutto il mondo: sognate più in grande, puntate più in alto, lottate con più energia. E, nel dubbio, ricordate: avete ragione voi. C'era una volta una bambina che amava le macchine e amava volare; c'era una volta una bambina che scoprì la metamorfosi delle farfalle..." Da Serena Williams a Malala Yousafzai, da Rita Levi Montalcini a Frida Kalo, da Margherita Hack a Michelle Obama, sono 100 le donne raccontate in queste pagine e illustrate da 60 illustratrici provenienti da tutto il mondo. 100 esempi di forza e coraggio al femminile, per tutte le donne, grandi e piccole, che puntano sempre in alto. 100 donne straordinarie che hanno cambiato il mondo, 100 favole per sognare in grande.

Autori:Francesca Cavallo, Elena Favilli

Editore:Mondadori

Collana: Divulgazione

Pagine: 224

Formato: cartonato

EAN: 9788804676379

Età: dai 9 anni

Prezzo: € 19,00

Telemaco e Blob


“…Conoscevo un cane di gran razza che era amico di un cane randagio. Si chiamava Telemaco ed era un setter irlandese dal pelo ramato e la lunga falcata elegante. Era un cane molto schizzinoso. Per quanto riguardava le amicizie però era bizzarro: preferiva i bastardi ai cani di lignaggio come lui…” Comincia così il racconto che Dacia Maraini dedica a due cani di Roma che, nonostante la loro provenienza diversa, si scelgono e si proteggono a vicenda, per dimostrare che niente è più forte dell'amicizia, neanche la cattiveria dell'uomo e i suoi crudeli esperimenti…

Autore: Dacia Maraini

Editore:Rizzoli

Collana:Narrativa

Pagine:84

Formato: rilegato

EAN:9788817092449

Età: dai 13 anni

Prezzo:€ 15,00

UFFA! Non sono un coccodrillo

Cesare è un coccodrillo mentre Alfonso, suo cugino, è un alligatore. Alfonso è stufo di essere scambiato per un coccodrillo, così, con Cesare decide di andare a conoscere i bambini di Nonsisadove, a quanto pare unica causa del suo problema... E là, il piano è quello di mangiarsene qualcuno ma come tutti i piani, l’imprevisto è dietro l’angolo!

Autore: Delphine Perret

Editore: La Margherita - Gruppo Il Castello

Collana: Libri illustrati

Pagine: 32

Formato: rilegato

EAN: 9788865321713

Età: 3-5 anni

Prezzo: € 14,00


☺︎Benvenuto!


☇ ⚯Vecchio Archivio Piccoli Lettori Crescono


Clicca per essere reindirizzato

".
CopyRight © | Piccoli Lettori Crescono - Book Avenue KIDS